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04 marzo 2024

Una pubblicazione dedicata al Monumento all’Indipendenza

Il nuovo volume della collana Con cura è dedicato a uno dei simboli della storia di Lugano, il Monumento all’Indipendenza del Ticino. Innalzato nel 1898 in occasione dei festeggiamenti del primo centenario dell’autonomia, l’obelisco fu realizzato su progetto dell’architetto Otto Maraini con opere degli scultori Ampellio Regazzoni e Luigi Vassalli.

Restaurato nel corso del 2023 , l’obelisco è stato restituito alla comunità nel suo splendore. Oltre a documentare le varie fasi del restauro, questa pubblicazione ricca di illustrazioni permette di approfondirne la storia e di scoprire i suoi protagonisti.

Il volume può essere ritirato gratuitamente presso la sede della Divisione cultura a Castagnola.
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Archivio storico Lugano
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Novità
18 settembre 2023

Wilhelm Schmid Architetto

Il nuovo volume della collana Pagine storiche luganesi “”Wilhelm Schmid Architetto” si iscrive in un contesto più ampio di riscoperta dell’artista argoviese intrapreso dalla Divisione cultura della Città di Lugano a partire dal 2021, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del pittore. Dopo il riallestimento del museo a lui dedicato a Brè, è stato avviato il riordino dell’archivio dell’artista custodito presso l’archivio storico cittadino. La sistemazione del fondo, che custodisce anche  documenti ed elaborati grafici legati all’architettura, ha fatto emergere aspetti inediti del lavoro di Schmid, tra cui l’importanza che l’architettura ha svolto nel suo percorso artistico. Mai stata studiata in modo approfondito al di fuori dei primi anni berlinesi, è stata spesso vista come un’attività subordinata alla pittura, per la quale l’artista è principalmente conosciuto. Le numerose carte dedicate al tema testimoniano invece una continuità nel suo lavoro d’architetto, portato avanti durante tutto l’arco della sua vita, in Germania, a Zurigo e poi in Ticino.

Nel suo testo Riccardo Bergossi traccia un’estesa biografia dell’artista a partire dalle sue opere architettoniche, che vengono analizzate e contestualizzate in relazione a quanto avveniva in Europa negli stessi anni.

Jörg Limberg si concentra invece su un capitolo specifico: il suo lavoro in Germania. L’autore identifica e riunisce per la prima volta i progetti effettivamente realizzati da Schmid nella nazione tedesca, raccogliendoli in un unico contesto.

Arricchiscono il volume l’elenco dei progetti architettonici noti dell’artista e l’inventario analitico del fondo d’architettura Wilhelm Schmid conservato presso l’Archivio storico cittadino.

In concomitanza con la pubblicazione, è stata organizzata un’esposizione temporanea presso il Museo Schmid di Brè, curata da Riccardo Bergossi. Questa mostra espone vari momenti dell’attività architettonica dell’artista e offre l’opportunità di ammirare una selezione dei progetti più interessanti realizzati da Schmid, tra i quali alcuni inediti.

Gli autori

Riccardo Bergossi si è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Autore di saggi nell’ambito della storia dell’architettura, si occupa in particolare dell’Ottocento e del Novecento nel Cantone Ticino e in Lombardia. Dal 2000 è ricercatore all’Archivio del Moderno dove è responsabile della ricerca «L’attività architettonica di Paolito ed Ezio Somazzi».

Jörg Limberg ha studiato architettura a Weimar dal 1976 al 1981. Dal 1981 al 1990 ha lavorato come urbanista e architetto, mentre dal 1990 al 2021 è stato conservatore presso l’ufficio responsabile della protezione dei monumenti storici della città di Potsdam. Ha tenuto conferenze, visite guidate, pubblicazioni e curato mostre sulla storia dell’edilizia e dell’architettura di Potsdam.

Il libro può essere ordinato scrivendo a: patrimonio@lugano.ch.

Prezzo: 25.- CHF
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16 dicembre 2022

Il Palazzo della Posta di Lugano

È recentemente stato pubblicato il nuovo volume della collana Pagine storiche luganesi, dedicato alla storia dell’edificio postale cittadino realizzato dall’architetto bernese Theodor Gohl e inaugurato nel 1912.

Le vicende del Palazzo postale di Lugano, narrate nei due saggi presenti nella pubblicazione, sono strettamente legate alla storia dello sviluppo urbano della Città e raccontano di un periodo caratterizzato dall’avvento della modernità in Ticino sia nell’ambito dei trasporti, sia nel campo dei sistemi di comunicazione, di cui è simbolo la torre del telegrafo. «La storia del Palazzo della Posta è una chiara testimonianza degli sforzi fatti dalle autorità cittadine che, ieri come oggi, si adoperano a favore di una città non solo al passo con i tempi, ma capace di commissionare edifici che fossero anche scrigni preziosi di arte e cultura», ha dichiarato il vice-sindaco di Lugano Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura, sport ed eventi.

Il contributo di Francesca Chiesi è dedicato alla storia secolare del servizio postale nella Svizzera italiana, con particolare riferimento al continuo mutamento del paesaggio urbano di Lugano attraverso le diverse sedi dell’ufficio postale cittadino. Il saggio di Riccardo Bergossi documenta, invece, le vicende legate alla realizzazione del Palazzo della Posta dalla fine dell’Ottocento – quando il Dipartimento federale delle poste si adoperò per cercare una nuova sede – fino ai giorni nostri. Gli studi sono corredati da immagini d’epoca, da riproduzioni di planimetrie e da una rassegna fotografica degli esterni e degli interni dell’edificio realizzata da Alessandro Belgiojoso.

Gli autori

Francesca Chiesi ha conseguito un dottorato in storia moderna in cotutela tra l’Université de Genève e l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Ha insegnato presso la cattedra di storia svizzera dell’ateneo ginevrino, dove è stata collaboratrice scientifica alla Maison de l’Histoire e ricercatrice associata del Global Studies Institute.

Riccardo Bergossi si è laureato in architettura al Politecnico di Milano con una tesi sull’architetto Giacomo Moraglia (1791-1860). Autore di saggi nell’ambito della storia dell’architettura apparsi in libri e riviste, si occupa in particolare dell’Ottocento e del Novecento nel Cantone Ticino e in Lombardia.

Alessandro Belgiojoso, fotografo, ha collaborato con le principali testate italiane di architettura e arredamento oltre che con numerose ONLUS. Realizza pubblicazioni di heritage e conservazione del patrimonio intangibile.

 

Il libro può essere ordinato scrivendo a: patrimonio@lugano.ch.

Prezzo: 25.- CHF
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22 ottobre 2021

Le collezioni del Museo storico di Lugano

Fino al 1963 Lugano ha avuto un Museo storico di respiro cantonale nell’esclusiva sede di Villa Ciani. Le collezioni raccolte dal Museo storico luganese non sono conosciute: né dal grande pubblico, né dagli specialisti. Fino ad oggi non esiste un catalogo degli oggetti acquisiti dal Museo tra il 1898 e il 1963. Per conoscere l’entità delle collezioni, la provenienza e la storia degli oggetti è necessario un approfondito studio dei materiali conservati e della documentazione archivistica. Se alcune collezioni sono state ritirate dal Cantone, oltre 2000 oggetti sono tuttora di proprietà della Città di Lugano: abiti, divise, orologi, monete, strumenti musicali, mobilio, ceramiche e molto altro. Sono oggetti che meritano l’attenzione degli specialisti per essere studiati e restaurati. Solo così si potrà restituire loro la parola per raccontare la storia di un territorio.

La Divisione cultura della Città di Lugano intende restituire al pubblico le collezioni raccolte dal Museo storico di Lugano tra il 1898 e il 1963. Il progetto si avvale delle competenze d’eccellenza nei diversi ambiti presenti sul territorio cantonale e nazionale. Le collezioni saranno affrontate per tipologia degli oggetti: dapprima tessili, orologi e ceramiche, in seguito monete, strumenti musicali e collezioni orientali e infine il mobilio.
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28 agosto 2020

Un progetto dedicato al fotografo Vincenzo Vicari

In concomitanza con un evento storico, importantissimo non solo per la Svizzera italiana ma per l’intera Europa, come l’apertura del nuovo tunnel ferroviario del Monte Ceneri, la Divisione Cultura della Città di Lugano propone una serie di iniziative dedicate al fotografo Vincenzo Vicari (1911-2007), occasione preziosa per tornare a interrogarsi sui cambiamenti che hanno interessato il territorio e l’identità del Cantone Ticino nel corso del Novecento.

Conservato presso l’Archivio storico della Città, il fondo fotografico di Vicari è infatti, con i suoi 300’000 scatti, il più adatto al racconto dei decenni cruciali che vanno dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta. Dalla cronaca alla pubblicità, dal reportage alla moda, dallo sport allo spettacolo, dall’arte alle attività produttive, dall’urbanizzazione alla ruralità, dalle foto aeree ai primi film di famiglia: sono questi gli aspetti umani e sociali che saranno raccontati in un viaggio unico, che la Città di Lugano ha voluto proporre grazie alla collaborazione di partner e sponsor d’eccezione.

Dal 29 agosto 2020 all’11 aprile 2021 una serie di esposizioni coinvolgerà alcune istituzioni e associazioni attive a diverso livello sul territorio cantonale: si comincerà con la mostra di apertura al prestigioso Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) a Palazzo Reali, che rappresenterà l’intera parabola professionale e artistica di Vicari, per poi approfondire con esposizioni tematiche alcuni aspetti della storia umana e sociale del Cantone. Al Museo della pesca di Caslano saranno presentati i volti dei pescatori e le vedute dal lago dei principali borghi del Ceresio; alla Casa Rotonda di Corzoneso (Fondazione archivio fotografico Roberto Donetta) sarà dato spazio all’architettura e nello specifico al confronto tra le pietre del Romanico e il cemento della nuova industria idroelettrica; all’antico Torchio delle noci a Sonvico (Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla, Associazione Amici del Torchio di Sonvico) dialogheranno le fotografie di Vicari e le testimonianze orali raccolte nella regione; infine, a Villa Negroni di Vezia (Associazione Bancaria Ticinese) troverà spazio il mondo del lavoro in tutte le sue sfaccettature ed evoluzioni.

Il progetto, coordinato dalla Divisione cultura della Città di Lugano e curato da Damiano Robbiani, sancisce un primo e importante punto di arrivo del complesso progetto di valorizzazione del fondo fotografico Vincenzo Vicari, che ha permesso la catalogazione, il restauro e la digitalizzazione di oltre 5’000 negativi, grazie al sostegno di Memoriav, la rete nazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale audiovisivo, in collaborazione con l’Istituto svizzero per la conservazione della fotografia di Neuchâtel.

Le mostre saranno completate da un volume monografico e da due progetti digitaliVincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, è una monografia di 352 pagine realizzata in coedizione in italiano dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona e in tedesco dalla casa editrice zurighese Scheidegger & Spiess. Uno speciale sito internet dedicato al progetto (www.vincenzovicari.ch) permetterà di accedere a un archivio digitale di oltre 2’000 scatti geolocalizzati con la possibilità di acquistare le immagini ad alta definizione. Infine, grazie alla collaborazione con RSI, dalla piattaforma partecipativa lanostraStoria.ch sarà possibile accedere a una selezione di filmati che Vicari ha girato lungo tutto il corso della sua attività professionale, dagli anni Trenta agli Ottanta.

Un ciclo di serate a tema permetterà di approfondire alcuni aspetti della produzione di Vicari – dalla trasformazione edilizia al mondo del lavoro alla cronaca sportiva – e di rimando dell’evoluzione del territorio ticinese nel corso del Novecento, come ben dimostrerà anche l’istallazione dedicata alla fotografia aerea che sarà disponibile presso l’Archivio di Stato di Bellinzona dal 31 agosto al 12 settembre 2020.

Visita il sito dedicato al progetto
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