Conferenze
15 dicembre 2021
Lugano nel Rinascimento
Pubblicazioni, conferenze, ricostruzioni grafiche del borgo e dei principali edifici all’inizio del XVI secolo: sono solo alcune delle proposte che permetteranno di raccontare la vita quotidiana negli anni del passaggio epocale tra la dominazione milanese e quella svizzera. Un’occasione nuova per valorizzare i beni artistici e architettonici di una stagione culturalmente fondamentale anche per l’identità della Svizzera italiana.
Lugano una città rinascimentale? L’immaginario collettivo contempla in genere, e con molte ragioni, i capolavori artistici delle più celebri città italiane: Firenze, Venezia, Milano, Urbino, Mantova, Ferrara e naturalmente Roma, l’eterna Roma, con le sue infinite stratificazioni. Perché non sembri una forzatura, l’ipotesi di un’identità rinascimentale deve appoggiarsi, nel caso di Lugano, su solide ricerche e su un’ampia base documentaria, affinché il volo della fantasia possa ritornare con i piedi per terra, tra le pietre e le carte, gli intonaci e gli affreschi che raccontano oggi quella stagione del nostro passato.
Giungerà finalmente a maturazione nei prossimi mesi anche l’ampio cantiere di ricerca iniziato nel 2013 dall’Archivio storico della Città di Lugano (oggi parte del nuovo Ufficio Patrimonio della Divisione Cultura) attorno all’identità rinascimentale del borgo sul Ceresio, un progetto che si concretizzerà in varie forme sull’arco dei prossimi due anni e sarà principalmente dedicato a due edifici di fondamentale importanza, al centro di due volumi della collana “Pagine Storiche Luganesi”. In primo luogo si riporterà alla luce il perduto castello sforzesco che sorgeva fino al 1517 nell’area dove oggi c’è Villa Ciani, grazie alla pubblicazione della monografia Lugano francese 1499-1512, curata da Roberta Ramella e Marino Viganò con la collaborazione dell’Ufficio Patrimonio e dell’Ufficio cantonale dei beni culturali. Nel corso del 2022 si passerà invece al convento francescano di Santa Maria degli Angeli, per il quale è prevista la pubblicazione del Libro della Fibbia, un prezioso manoscritto a più mani conservato a Torino che racconta anno dopo anno oltre tre secoli di storia del convento e della comunità luganese ad esso legata. Assieme alla cattedrale di San Lorenzo, oggetto di un imponente restauro in anni recenti, castello e convento sono infatti testimonianze significative di un’epoca, le ultime e forse più importanti manifestazioni del legame artistico delle terre luganesi con la cultura figurativa lombarda, prima del loro definitivo passaggio alla Confederazione.
Lugano una città rinascimentale? L’immaginario collettivo contempla in genere, e con molte ragioni, i capolavori artistici delle più celebri città italiane: Firenze, Venezia, Milano, Urbino, Mantova, Ferrara e naturalmente Roma, l’eterna Roma, con le sue infinite stratificazioni. Perché non sembri una forzatura, l’ipotesi di un’identità rinascimentale deve appoggiarsi, nel caso di Lugano, su solide ricerche e su un’ampia base documentaria, affinché il volo della fantasia possa ritornare con i piedi per terra, tra le pietre e le carte, gli intonaci e gli affreschi che raccontano oggi quella stagione del nostro passato.
Giungerà finalmente a maturazione nei prossimi mesi anche l’ampio cantiere di ricerca iniziato nel 2013 dall’Archivio storico della Città di Lugano (oggi parte del nuovo Ufficio Patrimonio della Divisione Cultura) attorno all’identità rinascimentale del borgo sul Ceresio, un progetto che si concretizzerà in varie forme sull’arco dei prossimi due anni e sarà principalmente dedicato a due edifici di fondamentale importanza, al centro di due volumi della collana “Pagine Storiche Luganesi”. In primo luogo si riporterà alla luce il perduto castello sforzesco che sorgeva fino al 1517 nell’area dove oggi c’è Villa Ciani, grazie alla pubblicazione della monografia Lugano francese 1499-1512, curata da Roberta Ramella e Marino Viganò con la collaborazione dell’Ufficio Patrimonio e dell’Ufficio cantonale dei beni culturali. Nel corso del 2022 si passerà invece al convento francescano di Santa Maria degli Angeli, per il quale è prevista la pubblicazione del Libro della Fibbia, un prezioso manoscritto a più mani conservato a Torino che racconta anno dopo anno oltre tre secoli di storia del convento e della comunità luganese ad esso legata. Assieme alla cattedrale di San Lorenzo, oggetto di un imponente restauro in anni recenti, castello e convento sono infatti testimonianze significative di un’epoca, le ultime e forse più importanti manifestazioni del legame artistico delle terre luganesi con la cultura figurativa lombarda, prima del loro definitivo passaggio alla Confederazione.