Villa Negroni

Storia
Costruita a cavallo tra Seicento e Settecento da Carlo Morosini di Lugano (il nome originario della villa è, infatti, Villa Morosini), Villa Negroni conosce una serie di trasformazioni importanti e diviene un polo mondano. Infatti, diversi personaggi di spicco della cultura italiana del XIX secolo, come politici, intellettuali, musicisti ed artisti sono ospiti nella casa di campagna di Morosini: oltre agli illustri profughi dell'Ottocento, si ricordano Giuseppe Verdi, Boito, i poeti Maffei, Carcano e Fogazzaro, il pittore Hayez e, non ultimo, Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi. Nel 1860 la villa viene ampliata e nel 1910 la proprietà passa al Conte C. A. Negroni di Milano, il cui figlio, Giovanni Antonio, architetto, si dedica alla ristrutturazione totale degli edifici esistenti, rispettando scrupolosamente il carattere dell'architettura originaria. La costruzione, oltre che restaurata, viene ampliata: si edificano le stalle poste sotto il giardino, la nuova ala nord con il ponte di collegamento ornato da statue, la cappella, l'ossario ed il giardino formale di stile italiano, situato nei piani creati appositamente nelle adiacenze della villa. Il giardino è impreziosito da statue e da fioriere in pietra artificiale. Al centro dei vasi, collocati negli angoli del giardino, vi è un mazzo di fiori in ferro battuto, lavorato a mano. Questo elemento, così come i bellissimi cancelli d'entrata, la ringhiera del giardino e numerose altre decorazioni in ferro, fu trasportato a Lugano dalle ville che i Negroni possedevano in Brianza. Siepi ornamentali di bosso (Buxus sempervirens), palme, fontanelle e statue barocche in graniglia ancora oggi riconducono all'armoniosa simbiosi tra natura ed architettura, con cui era stato concepito lo spazio nel primo decennio del XX secolo dal Negroni.  La storia di villa Negroni è segnata da svariate trasformazioni, l'ultima delle quali è ad opera del Comune di Lugano che, nel 1976, acquista tutta la proprietà per 4,8 milioni di franchi. Diversi sono gli istituti che trasferiscono qui la loro sede: dapprima la scuola americana, poi la scuola di musica e la scuola professionale d'abbigliamento. Nel 1990 il Municipio aderisce alla proposta dell'Associazione Bancaria Ticinese di ospitare, nella villa, il nascente Centro di Studi Bancari, che vi ha sede tuttora. E' questa l'occasione per il Comune di restaurare completamente l'edificio, soprattutto all'interno. Anche il giardino viene sottoposto ad una risistemazione che, non solo non apporta modifiche sostanziali alla struttura originale ma, addirittura, ne ripristina gli elementi fondamentali, come nel caso della piccola corte interna, riportata al disegno dell'architetto Negroni. Tutto il giardino torna, inoltre, a splendere dei colori dei fiori stagionali, distribuiti nel parterre della villa secondo i dettami degli anni '15-20.
Bibliografia
"Nel Gabinetto di Donna Marianna": la Biblioteca Morosini Negroni a Lugano tra Europa delle riforme e Unità d'Italia, cat. mostra Lugano, 2011.

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