I ragazzi prendevano alcune teste umane e giocavano al calcio come fossero tante palle.
Per invogliare un ragazzino al gioco del calcio basta poco: un sassolino, una scatola di latta, una palla di stracci, … insomma, un qualsiasi oggetto capace di rotolare tra i suoi piedi.
Nel marzo 1914 alcuni ragazzi di Lugano, come tanti loro coetanei prima e dopo di loro, si ritrovarono in una via del borgo per scambiare quattro passaggi. Quella volta, però, la palla era decisamente inusuale: si trattava, infatti, del cranio di un povero defunto…
In quei giorni si stava demolendo la chiesa di S. Marta, situata nel complesso dell’antico ospedale di Lugano, abbattuto per par spazio agli attuali palazzi tra Via della Posta e il quartiere Maghetti. Da alcune tombe scoperchiate erano sortiti alcuni scheletri i cui crani servirono all’improprio uso sportivo. La protesta naturalmente non si fece attendere e i discoli si meritarono una lunga ramanzina.
La chiesa, costruita negli anni 1636-1644 dalla confraternita di S. Marta, era adiacente alla preesistente chiesa di S. Maria dell’Ospedale e con essa comunicante. Proprietà della confraternita della Buona Morte ed Orazione sotto il titolo di Santa Marta, nel 1874 la chiesa fu venduta all’Amministrazione dell’Ospedale di Santa Maria, ovvero al Comune di Lugano. Già nel 1848 era stata adibita a magazzino militare per poi essere riaperta al culto fino al 1899, quando il sindaco Gerolamo Vegezzi la fece chiudere. Riaperta nel 1903 fu definitivamente chiusa nel 1913 per essere demolita l’anno successivo. Sul suo sedime fu aperta la nuova Via Gerolamo Vegezzi (La soppressione dei conventi nel Cantone Ticino, Locarno 1995, p. 247).
(Damiano Robbiani)