… tre filatrici di Clivio addette al filatojo Lucchini in Lugano e in questi giorni rimpatriate vennero riconosciute affette da vajuolo…
A partire da metà Ottocento si susseguono numerose le notizie relative a persone malate di vaiolo nei fondi dell’Archivio storico. In particolare, alcune di queste si riferiscono a operaie malate presso la filanda luganese dell’ingegner Pasquale Lucchini (7.4.1798-23.2.1892) aperta nel 1854. Quest’ultimo in varie lettere alla municipalità di Lugano assicura attorno alle norme sanitarie vigenti nella sua industria, senza mancare di far notare, anche polemicamente, la sua estraneità circa il propagarsi della malattia:
ho disposto perché le mie lavoratrici d’oltre Capolago non vadino alle loro case sintantoche durerà l’attuale allarme. – non vi sarebbero andate nemmeno sabato se fossero state a nostra cognizione le notizie dal Mendrisiotto gionte ieri a Lugano. Incominciando da oggi darò loro maggior riposo, e veglierò perché gli alimenti siano sufficienti e sani. Quanto agli alloggi al filatoio, in casa Magatti, ed al ponte di Cassarate, ho la convinzione che sono sani, sufficientemente arieggiati, e che a ciascuna camera non è assegnato oltre ad un numero ragionevole di persone. – sono disposti insomma come si potrebbe esigere un conveniente aloggio militare.
Nel corso di dodici anni da che esiste il mio stabilimento, con numeroso personale, non ebbi ancora a lamentare un decesso
Il timore verso la malattia, al di là delle chiare complicazioni di tipo sanitario, a detta del Lucchini fu però causa anche di alcune discriminazioni verso le proprie operaie, in particolare per il fatto che sarebbero state respinte dal battelliere incaricato del tragitto Capolago-Lugano. Lamenta infatti il Lucchini:
Ora, mi permetto pregare le SS. LL. farmi avvisare quando fossero nel caso di ordinare delle misure improvvise, ed eccezionali riguardo alle mie operaie, sul genere di quelle di ieri di farle respingere dal battello a vapore a Capolago, sul quale si ricevevano tutti gli altri passeggeri senza eccezione di condizione o provenienza
La lettera continua con la comunicazione che Lucchini stesso avrebbe inviato mezzi di trasporto a prendere le operaie, già stanche per il viaggio sino a Capolago; una di loro, addirittura, dovette fermarsi a Bissone per la notte in quanto incinta e incapace quindi di proseguire il tragitto. Lucchini nota come non vi siano ragioni per vietare il viaggio alle sue operaie; in più aggiunge parole interessanti, che evidenziano come fosse percepita da alcuni la figura dell’operaia verso metà Ottocento:
vi fu persona del vostro consesso, la quale parlando con mè privatamente, espresse l’opinione che siano gente che in modo speciale non si cura della nettezza. È questa un’opinione affatto erronea. Considerate nella loro sfera di gente di campagna sono anzi fra le più proprie – il frutto del lavoro fornisce loro maggiori mezzi che non si trovano ordinariamente presso i campagnoli per provvedere ai bisogni della vita, - ed essendo esse per la maggior parte giovani donzelle, hanno quell’ambizione naturale della loro età, che non manca di produrre i loro frutti
La missiva termina con la preghiera di far in modo che le operaie siano trattate alla stessa stregua degli altri viaggiatori: prego le SS.LL. di trattare d’ora innanzi le mie operaje colle stesse misure generali disposte per tutti, e di non farle segno a provvedimenti eccezionali (Lucchini alla Mun. di Lugano, Lugano, 29.7.1867; 309/155)
Immagine: ETH-Bibliothek Zurich, Image Archive.
Per la figura di Pasquale Lucchini:
– https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010273/2009-06-16/
– C. Agliati (a cura di), Un ingegnere senza politecnico, 1990
Nicola Arigoni